Imparare a studiare grazie a tre ingredienti: motivazione, impegno e strategia

Studiare senza avere una buona motivazione (che sia per passione o per un guadagno economico) non è impossibile ma molto difficile. Per restare seduti al tavolo, chini su interminabili volumi per anni, occorre sacrificio, dedizione, impegno, capacità di rinunciare nel breve termine e di perseverare nel tempo nonostante ostacoli, fallimenti e delusioni disseminati lungo il percorso. Occorre saper posticipare gratificazioni fugaci nell’immediatezza (nottate in bianco e sbornie, maratone di serie tv, aggiornamenti dei social network…) per qualcosa di più vantaggioso nel futuro prossimo.
A cosa serve studiare?
Quale è il vantaggio del concludere il percorso di studi nei tempi o con una buona media, per esempio? Perchè si è scelta una facoltà anzichè un’altra?
Per quale motivo continuiamo a scaldare la sedia anzichè decidere di cambiare qualcosa (percorso di studi o andare a lavorare)?

Per chi avesse voglia di mettersi in gioco e divertirsi esercitando le proprie abilità mentali, esistono metodi per studiare con più efficacia: strategie di memorizzazione o di lettura veloce, per esempio.
Attenzione, però! Sono tecniche mnemoniche  e necessitano di un periodo di studio e di addestramento perchè diventino davvero utilizzabili nella pratica.
Non esiste una bacchetta magica per il trasferimento delle informazione dal libro al cervello.
Tu sei il tuo miracolo.

Imparare a studiare: 5 consigli pratici

1) Obiettivi e strategie

Per possedere un metodo è necessario, prima di tutto, avere chiaro l’obiettivo da raggiungere. Non avere una meta definita non permette di focalizzare la strada da intraprendere. Perchè sto studiando?
Prima di mettersi a capofitto sotto gli agomenti di studio, prima di contare le pagine e dividerle per i giorni che ci separano dall’esame, prima di partire, c’è da chiedersi dove vogliamo andare.

Nel momento in cui avremo focalizzato l’obiettivo, il percorso non diventerà più semplice ma sicuramente più chiaro. Sarà più naturale individuare le strategie adatte a perseguire l’obiettivo.
E’ importante capire questo primo step perché senza questo, niente avrà senso…
Se la domanda Per quale obiettivo sto studiando non ottiene buoni risultati, provate a concentrarvi su Per quale motivo non ho voglia di studiare.

Sono state condotte decine di studi legati alla scarsa motivazionee alla procrastinazione nello studio. Molti di questi studi sono giunti alle stesse conclusioni; se non hai voglia di studiare è perché:

  1. La media degli ultimi esami non è stata ottimale (18, 20, 19, 21, non presentato, bocciato).
  2. Sono rimasti indietro così tanti esami universitari da non saper come fare a rimettermi in pari
  3. La sfortuna si è messa in mezzo (un incidente, un lutto, etc.)
  4. Reputo il percorso di studi irrilevantea tal punto da aver perso la motivazione
  5. Gli esami difficili, il prof perfido ecc motivazioni esterne mi ostacolano.
  6. Non ho chiaro il motivo per cui sto facendo tutto questo

Se in questo momento sei preso da problemi più gravi dell’esame di Analisi I (causa 3) o hai realizzato che per fare il mestiere che ti gratificherebbe nella vita non serve una laurea (causa 4) o se resti paralizzato di fronte alla montagna da scalare perdendo ulteriore tempo nella disperazione anzichè rimboccarti le maniche (causa 2) non c’è tecnica o strategia che possa farti ritrovare la voglia di studiare.

2) Investire per ottenere e dare un senso alle cose.

Durante lo studio, può capitare di avvertire come la sensazione di perdere tempo o non riuscire a vedere l’utilità di così tanta fatica.
Il tempo impiegato sui libri non è perso ma INVESTITO e sarà quell’investimento a generare il risultato finale. E tale risultato sarà più o meno soddisfacente a seconda del tempo e delle energie impiegate lungo l’intero cammino.

TROVARE IL SENSO…le cose in sé assorbono il significato che gli diamo; se studiare per noi non ha senso o superare l’esame ci appare come una montagna insormontabile per il timore di fare brutta figura, l’ansia da prestazione ecc  occorre trovare un significato per cui valga davvero la pena scalare quella montagna – che sia per la prospettiva economica o per far colpo su un ragazzo/o o per andar via dalla casa genitoriale…

3) Motivazione: acquisire un metodo di studio non è qualcosa di facile apprendimento; sono necessari impegno e motivazione. La motivazione è il motore di ogni nostra azione: motiv – azione, appunto. E’ la benzina che ci spinge verso una meta. Se siamo motivati è tuto più semplice perché la fatica avrà un senso.

4) Ordinare e pianificare: una volta trovato un motivo e stabilito un piano d’azione è importante passare all’azione organizzando, lo studio in tappe con verifiche di apprendimento nel breve, medio e lungo termine. Pianificare e organizzare aiutano a dare un ordine allo studio e, ad avere la percezione di controllo sul tempo che scorre inesorabile.

Quindi, tre punti essenziali: cosa fare, perché fare, quando farloe come.

5) Attenzione e concentrazione!Una volta partiti, è fondamentale dedicare la nostra attenzione esclusivamente ai libri. Questo non significa privarsi della vita sociale e non alzare mai la testa dai tomi. Al contrario le pause e i diversivi e la pratica di attività sportiva saranno necessari per mantenere alta la motivazione e non disinnamorarsi.

 

Rispetta la curva dell’attenzione

Suddividi le tue sessioni in intervalli di 25 minuti di studio e 5 minuti di pausa, per esempio. Dopo una mattinata, stacca: fai una corsetta, vai in palestra, pratica un hobby; l’importante è lasciare al cervello il tempo di far sedimentare quanto appreso durante la sessione.

Occorre predisporre corpo e mente allo studio: aver dormito e mangiato adeguatamente; avere una posizione congrua a mantenere l’attenzione; avere scelto una parte della giornata in cui siete più predisposti allo studio; avere allontanato tutte le possibili fonti di distrazione; riponetele in una scatola delle distrazioni, per esempio oppure datele in custodia a qualcuno.

Provate a tornare un attimo bambini e a mettervi a giocare al “come se…”. Provate a studiare come foste studenti modello. Che cosa farebbe al posto vostro? Comportatevi come farebbe lui per pochi minuti poi per mezz’ore poi per un giorno e per una settimana…

Per quanto riguarda un metodo…

Un metodo è definito SQ4R di Robinson (1946)

  • SURVEY: sfogliare il materiale, attraverso una scorsa rapida di titoli, sottotitoli
  • QUESTION: porsi delle domande iniziali
  • READ: leggere una prima volta il testo per avere una idea generale
  • REREAD: rileggere analizzando bene il testo
  • RECITE: ripetere i contenuti subito dopo aver finito di leggere
  • REVIEW: infine ripassare

Non esiste un metodo migliore; esiste un metodo a noi più funzionale. Occorre dunque sviluppare la curiosità e non stancarsi mai di cercare il nostro metodo migliore…

Che tipo di studente sei?

La ricerca ha evidenziato diverse tipologie di stili che si distinguono per i diversi modi di percepire, ragionare, risolvere un problema e quindi di studiare. Tra questi:

  • lo stile intuitivo vs lo stile sistematico: il primo lavora su ipotesi che cerca di confutare o confermare ed è rapido nella risposta, il secondo lavora a piccoli passi e prende in considerazione tutte le variabili, è meno rapido e a volte molto dettagliato;
  • lo stile globale vs lo stile analitico: il primo lavora sulla globalità, mentre il secondo si concentra sui dettagli;
  • lo stile impulsivo vs lo stile riflessivo: il primo è molto rapido, ma può rappresentare un problema, il secondo è meno rapido ma ha una modalità di lavoro più adattiva;
  • lo stile verbale vs lo stile visivo: nel primo c’è una preferenza per il codice verbale, mentre nel secondo c’è una preferenza per attività basate sulla visualizzazione.

Per tutti gli altri casi,

Think different

“Siamo ciò che pensiamo. La nostra vita è il prodotto dei nostri pensieri.”

Buddha.