Relazione_uomo e animale_psicoterapia_del nero

Quello che resta il giorno dopo la perdita è una ciotola con delle crocchette ammosciate dal contatto con l’aria; il plaid sul divano con l’affossamento centrale a forma della tua sagoma a ciambella; impronte sul vetro del salotto a cui picchiettavi per entrare in casa quando l’accesso principale era ostruito dalla sorella minore, il cane; qualche matassina di pelo disperso qua e là sul pavimento.
Piccole tracce disseminate per casa a testimonianza del tuo passaggio nella mia storia. Grazie!
E quante avventure, quante emozioni, quante coccole e preoccupazioni e sgraffi. Quanti ricordi! Le rincorse furibonde per farti uscire di casa al mattino; la morbida copertina invernale che non si poteva togliere neanche a ferragosto; il nascondiglio nella cesta dei panni sporchi; le manovre per bere dal lavandino o per rubare il pesce dal piatto; quel ‘frufru’ insopportabile dei polpastrelli strusciati sulla porta nel cuore della notte perché volevi uscire; le fughe su e giù dalle scale incalzato dal cane (o dal vicino di casa) …

Se il rapporto uomo/animale è storia antica, la tendenza a considerarli compagni pelosi di vita domestica è più recente. Tuttavia, nella società moderna, la reazione al lutto può essere ancora oggetto di critica: “Era solo un gatto (o un cane o un uccellino o un roditore), in fondo” oppure “Che piangi! Puoi sempre prenderne un altro”. Gli stessi proprietari possono non rendersi conto di quanto profondo fosse il legame col proprio animale finché non lo vivono direttamente: “Non immaginavo di starci così male”
Quando perdiamo un compagno peloso per incidente, vecchiaia o malattia, quel che resta sono spazi più vuoti e oggetti da riporre o a cui attribuire nuovi significati.

Mentre all’estero la sensibilità alla tematica è differente – esistono cliniche veterinarie che propongono servizi di consulenza, gruppi di auto-aiuto e spazi per condividere tutte le fasi del lutto – a noi può capitare di vergognarci di provare un sentimento legittimo. Il dolore è infatti una risposta sana, normale e fisiologica ad una perdita! E’ necessario provarlo e accettarlo per poterlo superare.
Chi dice “E’ solo un animale” è probabile che abbia difficoltà nel gestire pensieri o sentimenti legati al tema della perdita; oppure non abbia ancora avuto la fortuna di vivere sulla propria pelle l’esperienza incredibile di stabilire un legame unico con un animale, entrarci in sintonia e adattarsi l’uno alla presenza, ai bisogni e ai ritmi dell’altro. L’animale offre amore incondizionato, affetto e calore anche nei momenti più difficili delle nostre esistenze; è spesso felice per piccole cose ed entusiasta nel rivederci. Sembra che non aspetti altro di trascorrere del tempo con noi.

E’ una relazione fisica, in cui il contatto dei corpi e il linguaggio non verbale è più importante della parola. E’ una relazione di cura su due fronti: dal punto di vista dell’accudimento in quanto gli animali domestici dipendono molto dall’essere umano; dal punto di vista affettivo perché raggiungono l’intimità della nostra anima. Quante volte ci siamo trovati a “raccontar” loro segreti ed emozioni molto personali.

Una pedina importante nelle fasi di transito può essere il veterinario, più di tutto per quelle realtà in cui spetta al proprietario la pesante decisione finale. Si può temere di essere egoisti sia nel decidere di mantenere l’animale in vita sia nel decidere per l’eutanasia. E’ in questo stato mentale vulnerabile che possono insediarsi emozioni di rabbia, tristezza e senso di colpa oppure rimuginazioni su un passato che, in quanto tale, non può essere modificato: ‹‹Se solo avessi…››
Ognuno reagisce al lutto in maniera diversa: chi decide di non prendere altri animali o di cambiare specie o razza, chi ne prende subito un altro, chi si concede del tempo per rifletterci su, chi ricostruisce attraverso foto la storia di vita appena trascorsa insieme, chi non ci pensa più …

Oltre ogni perdita, la vita di chi resta prosegue nella consapevolezza che ogni rapporto è unico e irripetibile. Ma, se dovessimo scegliere di investire su un nuovo compagno peloso, dovremo tenere bene a mente che non si tratterà di un semplice sostituto ma di una nuova avventura con un’entità incomparabile con cui rimettersi in gioco per costruire una nuova relazione di cura.