L’intervento che andrà in onda stasera, venerdì 18 dicembre 2020, su Telegranducato alle ore 20.30, rappresenta l’incontro conclusivo di un percorso “Emergenza, Cambiamento, Adattamento e Smartworking” che ha coinvolto il Sindacato Autonomo Bancari di Livorno insieme al Segretario Coordinatore FABI Livorno Marina Baule, all’avvocato Paolo Mascitelli e alla psicologa Chiara Del Nero

I dati emersi dalla recente letteratura in relazione allo Smartworking durante la pandemia da Covid19, mettono in luce sia le attuali lacune tecnologiche, logistiche e assistenziali di questo tipo di lavoro sia i potenziali vantaggi a livello ecologico, aziendale ma anche personale se ben regolamentato, per periodi definiti e con gli strumenti adeguati.

I dati raccolti col questionario inviato agli iscritti, rappresentano soltanto una porzione dell’intera popolazione ma si mostrano in linea con l’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano e con gli studi psicologici prodotti in questo periodo.

Per quanto riguarda l’aspetto psicologico. Lo scenario emotivo emerso nel campione di lavoratori impegnati nel gestire la loro quotidianità, permette una discussione
– sul SIGNIFICATO FUNZIONALE DELLE EMOZIONI IN UNO STATO DI EMERGENZA; 
– sulle ragioni per cui abbiamo provato ansia, paura, frustrazione e rabbia, tristezza e noia ma anche gioia per uno scorrere del tempo meno vertiginoso; 
– sul deterioramento delle abilità sociali e sulla cronicizzazione del malessere e del malcontento che può generare una situazione di chiusura, isolamento ed indefinitezza nel lungo termine. 

Emergenza, significa “venir fuori” da un evento che crea allarme e pericolo all’improvviso, costringendoci a riorganizzare condotte e strategie per gestire la minaccia e sopravvivere. L’emergenza ci ha catapultati un uno scenario inesplorato. 

COME ABBIAMO FATTO A GESTIRLO? 

Anche grazie ad un sistema che mette in sintonia il nostro interno col mondo esterno. Le EMOZIONI. Le emozioni ci orientano e ci dispongono ad agire. Esse sono immaginabili come SPIE che si accendono o spengono con l’avvicinamento o l’allontanamento dagli scopi che sorvegliamo. 

Se in un primo momento abbiamo reagito districandoci tra la tristezza per le innumerevoli perdite, la rabbia per non sentirci tutelati e protetti adeguatamente e la paura sia del contagio che della riduzione delle risorse, dei beni e del lavoro, in una prospettiva più ampia sarà fondamentale scegliere le migliori strategie per ottimizzare queste risorse affinché la percezione di precarietà costante in cui stiamo vivendo non stressi troppo l’organismo facendoci perdere la giusta visione delle cose e affinché le normali emozioni provate finora in stato di emergenza non si radichino in noi trasformandosi in depressione, odio, panico e isolamento sociale.